Ancora una riflessione sul nuovo bando

Ancora una riflessione sul nuovo bando

Dunque l’accoglienza è cambiata, è cambiata nell’opinione pubblica che non la considera una funzione degna di interesse, è cambiata nella politica che si guarda bene da “eccitare gli animi” quando va bene, è cambiata nel nostro operare quotidiano. Siamo diventati nostro malgrado più simili a dei controllori, la cui principale responsabilità è fare in modo che le persone arrechino il minor disturbo possibile.
Tutto questo somiglia al destino riservato a tutte le categorie umane esposte alle difficoltà: ci sono problemi ben più gravi e ben più urgenti che richiedono soluzioni immediate.
Questa percezione è funzionale alle posizioni della propaganda più becera, che piano piano esclude ed escluderà dalla platea degli aventi diritto, porzioni sempre più consistenti di popolazione.

Serve fare qualche esempio? Credo di no.
“..quando vennero a prendere me, non c’era rimasto nessuno a protestare.” Il sermone è piuttosto famoso e si narra che il pastore Martin Niemöller lo recitò durante l’ascesa al potere dei nazisti, per invitare i suoi fedeli a reagire, a non distogliere lo sguardo, comportamento che gli costò Dacau.
Non voglio certo fare paragoni o irriverenti o fuori luogo, ma c’è un aspetto  di ostinazione nella nostra scelta di continuare: mantenere in un mondo sempre più cinico e disinteressato, la nostra testimonianza.

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